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      «Io vado - disse la Regina - quest’altro mese e vi starò poi fino all’ultimo di settembre per rispetto del ricolto, che s’io non son sopra quei lavoratori, i poveri uomini si vorran rifar de’ danni passati ed io non avrò nulla».
      «Questi son mesi di utile - disse Lucrezia - e quei di spasso».
      «Ancor da questi si cava spasso - disse Verginia - che con quei caldi si veggion la festa quelle pastorelle tutte garbate, lascivette andar al ballo, che non si può veder meglio. Noi v’andamo ogni festa in carozza con altre gentildonne nostre vicine, che questo poi è ’l vero intertenimento, perché senza l’aver qualche pratica de suoi pari, incresce troppo lo star in villa».
      «A me - disse Corinna - piace molto lo starci da questo tempo, che vi è stata Elena, per goder della vaghezza dell’erbe e de fiori e la soavità de gli uccelli con mille altre delizie della gioconda primavera».
      «Ma voi non dite poi - aggiunse Elena - che spasso si piglia a veder quelle capre e pecorelle andar al pascolo, quali gravide, quali lattanti co i vezzosi caprettini e bellanti agnellette, che van saltando per li prati, con la gran utilità che si cava de i latticini e di lane di animali sì fatti».
      «I latticini son ben gustevoli a mangiar certo - disse allora Corinna - ma sono frigidi e ventosi però il latte e la riccota; il butiro è utile per allargar il petto; il caccio è duro da digerire, mangiato in quantità, nuoce allo stomaco ed al cerebro».
      «In somma - disse Lucrezia - la state per tanti spassi e tanti frutti la villa è un paradiso, ma l’inverno è un inferno, poiché è privo di tutti i suoi tesori così di spasso, come di utile».


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Il merito delle donne
di Moderata Fonte
pagine 220

   





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