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      «Ora che parlate d’oro e d’argento, che vi par - disse allora Cornelia - di quel nuovo Mida, che ci voleva far tutti d’oro?».
      «È stata - disse la Regina - una burla, che ha fatto assai ragionare ed una piacevolezza da ridere senza danno de niuno».
      «Che volete ch’io vi dica - ripigliò Corinna - ch’io non ho mai creduti questi miracoli, né meno a costoro che trattano di alchimia, perché credo che ciò sia un umore, una frenesia da far che l’uomo si riduca di qualcosa in niente, più tosto che di niente faccia qualcosa; e non so io che più bella alchimia per far oro ed argento si possa trovar quanto che l’uomo studi e s’affatichi per imparar virtù e che con le sue giuste fatiche sia solecito ad acquistarsi le facoltà e le ricchezze che questa è una alchimia che non falla mai».
      «Oh quanti si sono impazziti - disse la Regina - dietro queste sciochezze di alterar e trasformar i metalli. In somma il mondo non si contenta mai, di star in un esser».
      «Egli è - disse Cornelia - che molti vorriano star commodi senza moversi, né affaticarsi e con questi giuochi o giunti chi con far l’alchimia, chi l’astrologo e chi l’erbolato e chi ’l lapidario cercano di levar il danaro di borsa a i creduli e corrivi e per ciò è buono allargarsi da queste pratiche di ciarlatani e non dar loro punto di fede».
      «Ma a proposito di pietre, si dice pur - disse Lucrezia - che la calamita nera tira a sé il ferro e la bianca dicesi che ha virtù d’attraer gli cuori ad amare; questa dovria pur esser al nostro proposito».
      «Deh, signora - rispose Cornelia - secondo i cuori hanno virtù le pietre; penso ben io che poca forza vi vuole a mover un cor di donna per bene e virtuosamente amare; ma né virtù di pietra calamita può vincer quel dell’uomo, né calamita di donna può moverlo ad aver compassion di lei, che non solo non la conforta ne suoi travagli, né la soccorre ne suoi bisogni, ma sopra mercato non crede o finge non creder il suo male e si burla e ride di straziarla; né altrimente si gode ed abbellisse delle sue lagrime, che si faccian le tenere erbette sotto la minuta pioggia d’aprile».


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Il merito delle donne
di Moderata Fonte
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