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      Però voi ben sapete, prima, che noi siamo nate delle istesse sostanze e qualità, che voi ancora sete nati e che vi siamo state date per compagne in questa vita e non per ischiave; e sapete anco che per nostra naturale umiltà e perché vi amamo tanto, vi servimo e seguimo e siamo ossequiose, obedienti e pazienti e tutte vostre care e fidelissime, vivendo vi accompagnamo alla morte infin alla sepoltura e quante sono morte con voi e per voi? Per il che, deh carissimi, che ragione avete per non amarci? Deh padri amorevoli, che cagion vi move (non dico solo ad incrudelir nel vostro sangue come molti han fatto) ma se avete figliuoli maschi o femine, a beneficiar più loro che noi? Non siamo noi forse tanto sangue e carni vostre quanto gli maschi? Perché non vi ricordate ancor di noi o in vita o alla morte? Deh fratelli amatissimi e voi, perché spesso sete tanto crudeli verso le povere vostre sorelle, che non le governate, se ben per mancamento di padri o della fortuna son prive della robba? Perché non vi pigliate voi carico di locarle, acciò non vadino le poverine di male? Deh di grazia, se si allevano e fansi le spese a gli animali brutti, a cani, gatti, uccelli e simili, perché non a noi, che siamo nate d’un ventre con voi di quell’istessa carne e sangue che sete voi ancora? Deh figliuoli dilettissimi e voi, perché causa non istimate le madri vostre, che tanto hanno sofferto per voi? Siete pur usciti delle nostre viscere, avete pur preso il latte, primo vostro alimento, dalle nostre mamelle, vi avemo pur fatto tanta servitù in allevarvi e sofferto tante fatiche e tanti travagli?


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Il merito delle donne
di Moderata Fonte
pagine 220