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      «Sì certo» aggiunse Lucrezia (che anch’ella le conosceva).
      «Ma la grazia, beltà e bontà - interpose Cornelia - di quella illustrissima giovenetta la signora Elena da Mula, maritata nel figliuolo dell’illustrissimo signor Giacomo Foscarini dignissimo Procuratore è di alti meriti. Io non credo già che si potesse aggiungere. Io le son molto affezionata, perché ne miei primi anni praticando seco, oltra mille altre sue belle e graziose parti, parvemi a punto conversar con un Angelo, una cosa quasi sopranaturale, di modo che e per interne e per evidenti perfezioni ogni chiaro intelletto ed ogni diserta lingua l’è debitrice di eccelsamente con immortale e gloriosa istoria celebrarla».
      «Chi volesse - aggiunse Corinna - nomar ad una ad una tutte le belle e virtuose gentildonne di questa terra bisognarebbe conoscerle tutte per nome e sarebbe una impresa da non finir mai; poiché ve ne son tante che non mancarebbe soggetto a quanti poeti sono stati, sono e che verranno, per compor volumi così alti in lor lode, come non mancarebbe mai soggetto da stancar tutte le penne per dir male de gli uomini».
      «Veramente - disse la Regina - non si può trovar, dica chi vuole, più bella e degna materia di questa delle lodi feminili da comporre, questa è quella che (come ha Corinna affirmato) appresenta al poeta tante belle occasioni da scrivere. Come sarebbe riuscito il divino Petrarca se le bellezze della sua cara donna così dell’animo come del corpo, da lui con tanta felicità spiegate, non gli fussero state ampio soggetto per fargli strada all’immortalità? Certo, benché abbia diverse altre bellissime opere composte, tuttavia per questa sola è asceso al culmine di tanta gloria, com’egli stesso in mille luoghi di suoi mirabili componimenti conferma e così tanti altri pellegrini intelletti, che a tanto alto studio sono stati disposti e v’hanno fatto felicissima riuscita».


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Il merito delle donne
di Moderata Fonte
pagine 220

   





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