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      «Oh tacete per vostra fé - disse Leonora - che mi farete dir qualche cosa oggi; non è molto che voi confessaste che egli è geloso e perciò non vi accordavate insieme, nel resto poi pensate a quel verso:
     
      Che raro a bel principio il fin risponde».
     
      «In vero - disse Cornelia - che gli uomini non dovrebbono studiar d’imparar altra musica (come dice Leonora) che di accordarsi con noi, perché dalla discordanza che hanno con le donne udite che tristo suono ne riesce loro, che non si ode se non biasimo, vergogna, dispreggio e mille mali, che siamo sforzate a trattar di essi con bestemmiarli, maledirli e disonorarli contra di nostro genio, costume e volontà, che è solita di sofferir ogni cosa e passar con silenzio le nostre calamità, ma sono essi tanto infesti ed importuni, che al fine ci fanno perdere in gran parte la pazienzia».
      «Sapete ben - disse Leonora - che una sola corda o voce falsa pone in disordine tutta la musica, però non è maraviglia, se tanti animi falsi e discordanti de gli uomini non si confanno con noi donne, che per la gran diferenzia, che è tra noi e loro, penso che se ben volessero non potriano accordar mai tanta malizia loro e tanta bontà nostra».
      «Si sa bene - aggiunse Cornelia - ma udite, a proposito di queste corrispondenzie, una ottava, che già mi fu data da un gentilissimo spirito, la qual credo non vi spiacerà, e dice così:
     
      Arsa dal crudo Amor, che la tormentaOrenia, che nel mar supero nacque,
      Mentre è tutta al suo ben volta ed intentaCon le fiamme, c’ha in sen, consuma l’acque;


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Il merito delle donne
di Moderata Fonte
pagine 220

   





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