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      Teme e duolsene il mar, che si ramentaFetonte e ’l foco, ond’arso in fondo giacque,
      Ed ella: alcun timor già non vi tocchi,
      Quanto vi toglie il cor, vi rendon gli occhi».
     
      Ebbero molto grato le donne udir la sopradetta stanza e tanto lor piacque, che se la fecero un’altra volta replicar da Cornelia e la Regina disse:
      «Questo comporre certo ha una particolar preminenza, parmi, sopra l’altre virtù, perché oltra che come si è detto, è grazia divina, con che nasce l’uomo, ha questo di più che abbraccia in sé tutte l’altre scienze; perché un poeta è abile a parlar d’ogni cosa e riesce in tutto assai bene e graziosamente».
      «Parmi - disse Lucrezia - che il poeta abbia gran conformità col pittore, perché, sì come quel va con lo stile dipingendo e variando disegni e colori, con pieni, vacui, ombre, linee, impressi e rilievi, così il dotto poeta con la penna va figurando con varie parole i bei disegni, che ha nella mente imaginati e concetti».
      «Voi discorrete benissimo - disse Corinna - anzi è così propria la comparazione, che non le si può opponere».
      «Oh - disse Cornelia - non dite così, perché il veder un bel ritratto cavato dal naturale per man di alcun eccellente pittore, dove si comprenda vivamente tutta la forma, aere, lineamenti e fattezze della imagine, che par che spiri, che parli e che abbia senso e moto, credo io che molto più vaglia e sia molto miglior opera, che il vedere scritto dieci righe, ancor che fussero in tutta perfezione».
      «Voi v’ingannate assai bene - disse Corinna - perché fare conto che la pittura sia un corpo estinto ed il verso sia l’anima senza il corpo; quanto dunque è più nobile l’anima del corpo, tanto è più la composizion delle parole della composizion dei colori».


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Il merito delle donne
di Moderata Fonte
pagine 220

   





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