Pagina (216/220)

   

pagina


Pagina_Precedente  Pagina_Successiva  Indice  Copertina 

      «Anzi - disse Leonora - c’hanno causa di onorarmi e favorirmi, perché tutto quello in somma ch’io ho detto, non è stato per offender i buoni, ma per convertire i cattivi, se essi mi udissero; di che dovriano anzi avermene obligo, poiché non ho detto per odio che lor porti, ma per zelo di carità e per la compassion che mi fanno molte tribolate donne, che io conosco, le quali si trovano mal satisfatte, chi di padre, chi di fratello, chi di marito, chi di figliuolo e così di ciascuna sorte di compagnia d’uomo con cui pratica e vive. Poiché molti avendo solamente questa mira, per tale indebito abuso che son fatti superiori alle donne, né pensando più oltra, par loro che sia lor lecito di usarci ogni sorte di tirannia e crudeltà; ma restando con ciò avertiti del loro errore forsi che potriano emendarsi, perchè si deve considerare esser l’uomo non meno obligato a giovar altrui che a se stesso, essendo nati così l’uno per l’altro in questo mondo, come si è detto inanzi. Di modo che io non penso con ciò aver offeso alcun di loro, quando ben anco avessi parlato publicamente in loro presenza».
      «Oh quante donne - disse Cornelia - ne averiano consolazione, sì per gli avertimenti che avete lor dato di guardarsi da molti errori, come per aver così ben persuaso a gli uomini, i quali mancano del lor debito, che si emendino e divenghino buoni».
      «Così ragionando - disse la Regina - noi si siamo tanto graziosamente intertenute, che ancor oggi prima ci è mancato il tempo che le parole per ragionar di questi uomini; e penso bene che vi voriano non solo gli giorni interi, ma gli mesi e gli anni prima che si finisce di favellare in questa materia e che ’l vostro animo rimanesse satisfatto.


Pagina_Precedente  Pagina_Successiva  Indice  Copertina 

   

Il merito delle donne
di Moderata Fonte
pagine 220

   





Leonora Cornelia Regina