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      E la stretta affinità dei Greci cogli Italici si rivela incontestabile non solo nell'agricoltura, ma negli altri rami dell'umana operosità. La casa greca, come la descrive Omero, è poco diversa da quella che si è conservata costantemente in Italia: la parte principale e in origine anche l'intero spazio abitabile della casa latina è l'atrio, cioè la stanza oscura coll'altare domestico, il letto matrimoniale, il desco e il focolare; e null'altro è il Megaron d'Omero col suo altare domestico, col suo focolare e col fuligginoso suo soffitto.
      Ma non si può dire altrettanto della costruzione navale. Il battello a remi è un antico patrimonio comune degli Indo-germani; il progresso delle navi a vela non può con qualche fondamento attribuirsi ai tempi greco-italici, non riscontrandosi nessun termine tecnico marittimo che non sia comune agli idiomi Indo-germanici e possa dirsi speciale ai Greci ed agli Italici.
      In contraccambio Aristotele paragona l'antichissimo costume italico delle mense comuni dei contadini, la cui origine daterebbe secondo la mitologia dall'introduzione dell'agricoltura, colle Sissizie cretesi: e anche in ciò si riscontra il costume dei più antichi romani con quello dei Cretesi e Laconi, che prendevano i cibi sedendo e non sdraiati, come si usò più tardi presso entrambi. E se a tutti i popoli è comune l'accensione del fuoco mediante lo sfregamento di due pezzi di legno diversi, non a caso tra i Greci e gli Italici soltanto, si riscontra identica la definizione del legno sfregatore (????????, terebra) e della tavoletta accenditrice (???????, tabula, certo da tendere ???????).


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Storia di Roma
1. Dalla preistoria alla cacciata dei re da Roma
di Theodor Mommsen
Stampa Aequa Roma
1938 pagine 327

   





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