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      Era quindi stabilito, che per la fanteria, sopra ogni ottanta proprietari di un podere intero, se ne prendessero venti per ognuna delle seguenti tre classi e ventotto dell'ultima.
      Mentre per questa formazione non si aveva alcun riguardo alla differenza politica, per la formazione della cavalleria, all'incontro, si procedeva in modo che, conservata l’esistente cavalleria cittadina, le si aggiungesse un numero doppio, composto per la massima parte di non cittadini, mentre il numero delle divisioni divenne triplicato e le sei divisioni già esistenti con i nomi antichi (Tizii, Ramni e Luceri, primi e secundi) rimasero ai patrizi. Il motivo di questa diversità si può forse trovare nella circostanza che le divisioni della fanteria venivano formate di nuovo ad ogni nuova campagna, ed erano licenziate al ritorno in patria, mentre invece nelle divisioni di cavalleria si conservavano i cavalli e gli uomini per riguardi militari anche durante la pace, e si tenevano regolari esercizi che, come feste della cavalleria romana, durarono sino ai più tardi tempi33. Così avvenne che la prima terza parte delle centurie di cavalleria rimase esclusivamente ai cittadini originari anche in questa costituzione che per principio non aveva riguardo alla differenza fra cittadini e domiciliati nella città. Le cagioni di questa anomalia si devono cercare in motivi non già militari ma politici. Si sceglievano per la cavalleria i più ricchi e i più ragguardevoli possidenti fra i cittadini e i non-cittadini.


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Storia di Roma
1. Dalla preistoria alla cacciata dei re da Roma
di Theodor Mommsen
Stampa Aequa Roma
1938 pagine 327

   





Tizii Ramni Luceri