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      La tradizione italica più antica si ricollega a Marte ed al suo sacro uccello; anche il lupo, che è sacro a Marte, è il segno della cittadinanza romana, e tutto ciò che la fantasia romana ha potuto creare in fatto di leggende ataviche, si riferisce al dio Marte ed al suo duplicato Quirino.
      Nell'elenco delle feste, padre Diovis, riflesso più genuino e più borghese del comune romano, occupa un posto maggiore di Marte, come il sacerdote di Giove precede i due del dio della guerra; ma questi occupa tuttavia un posto eminente, ed è anzi assai credibile che allorquando quest'ordine di feste fu stabilito, Giove stesse presso Marte, come Ahuramazda presso Mithra, e che il vero centro del culto degli dei, nel bellicoso comune romano, fosse anche allora il guerriero dio della morte, mentre il padre Giove era onorato come dio del vino che rallegra i cuori, e non già Dioniso, solo più tardi introdotto dai Greci.
      2 Natura delle divinità romane. Non entra nel disegno di questa storia lo studio particolare delle divinità romane; ma è di grande importanza anche per la storia il far conoscere il loro singolare carattere intimo e nel tempo stesso accessibile e volgare.
      La sostanza della mitologia romana, come dell'ellenica, è l'astrazione e la personificazione; anche il nume degli Elleni è il riflesso d'un fenomeno della natura, o la concretazione d'un'idea; e anche al Romano come al Greco ogni nume apparisce sotto forma di persona, e ne fa prova il concetto che ogni deità è maschio o femmina, e l'invocazione al nume ignoto «Sei tu dio o dea, maschio od anche femmina?


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Storia di Roma
1. Dalla preistoria alla cacciata dei re da Roma
di Theodor Mommsen
Stampa Aequa Roma
1938 pagine 327

   





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