Pagina (235/327)

   

pagina


Pagina_Precedente  Pagina_Successiva  Indice  Copertina 

      Questo culto divino, nello stesso tempo domestico e pubblico, era considerato dai Romani come il più sacro e fu quello che di fronte all'avanzare del Cristianesimo scomparve per ultimo.
      A Diana, quale rappresentante della federazione latina, fu assegnato l'Aventino, ma appunto per questo non si stabilì per lei uno speciale sacerdozio romano e a poco a poco il comune si abituò a venerare numerosi altri aspetti della divinità, in modo deciso, per mezzo di pubbliche solennità, oppure di sacerdoti particolarmente destinati al loro culto e ad alcuni di questi, come ad esempio a Flora, dea dei fiori, e a Pomona, dea delle frutta, era destinato un solo flamine, così che il numero di questi ascese fino a quindici. Fra tutti però si distinguevano i tre più antichi grandi flamini (flamines maiores) i quali, fin dall'epoca più remota, si dovevano scegliere soltanto fra i più antichi cittadini, come le antiche confraternite dei Salii palatini e quirinali mantenevano sempre la preminenza nella gerarchia dei collegi sacerdotali.
      In questo modo i servizi permanenti e necessari per gli dei furono dallo stato, una volta per sempre, affidati a determinate corporazioni o a stabili ministri, e per coprire le ingenti spese dei sacrifici, probabilmente saranno stati assegnati ai singoli templi, in parte certi terreni e in parte le multe.
      Non è da porsi in dubbio che il culto pubblico degli altri comuni latini, e probabilmente dei sabellici, fosse in origine della stessa natura; almeno è provato che i flamini, le vestali, i salii e i luperci erano istituzioni latine e non speciali ai Romani e almeno i tre primi collegi non pare siano stati nei comuni affini modellati su quelli romani.


Pagina_Precedente  Pagina_Successiva  Indice  Copertina 

   

Storia di Roma
1. Dalla preistoria alla cacciata dei re da Roma
di Theodor Mommsen
Stampa Aequa Roma
1938 pagine 327

   





Romani Cristianesimo Diana Aventino Flora Pomona Salii Romani