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      Di buon'ora e universalmente promossero i sacerdoti latini le sollecite loro cure per la coltivazione della vite. A quel modo che in Roma, come si disse, l'inizio della vendemmia doveva esser dato dal sacerdote di Giove, così il diritto sacro tuscolano vietava la vendita del vino nuovo prima che il sacerdote avesse proclamato la festa dell'apertura delle botti. E qui ricorderemo che non era solamente il rito, che introduceva generalmente nella celebrazione dei sacrifici la distribuzione del vino, ma anche la prescrizione dei sacerdoti romani, promulgata come legge dal re Numa, che per la libazione degli dei non si potesse versare il vino raccolto da viti i cui tralci non fossero stati potati; allo stesso modo, che per introdurre il necessario disseccamento del grano, sacerdoti proibirono l'offerta di grano non secco.
      4 Olivo. L'olivo è di un'epoca più recente92. Si pretende che l'olivo si piantasse per la prima volta verso la fine del secondo secolo della città di Roma sulle coste occidentali del mar Mediterraneo, e ciò si accorda col fatto che il ramo d'olivo e l'uliva hanno nel rituale di Roma una parte assai meno importante che non il succo della vite. In qual conto però il romano tenesse queste due nobili piante lo prova la piantagione dell'una e dell'altra nel foro della città, non lungi dallo stagno di Curzio. Il primo degli alberi fruttiferi ad essere piantato fu il sostanzioso fico93 probabilmente indigeno d'Italia. La leggenda delle origini di Roma si è valsa dei vetusti fichi che in grande abbondanza vegetavano sul Palatino e nel foro romano, per tessere i suoi più ricchi orditi; anzi lo schiantamento dell'antichissimo fico dinanzi al tempio di Saturno nell'anno 260 della città, è uno dei primi avvenimenti in Roma che si possano cronologicamente provare.


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Storia di Roma
1. Dalla preistoria alla cacciata dei re da Roma
di Theodor Mommsen
Stampa Aequa Roma
1938 pagine 327

   





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