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      I latifondi così governati non solo procuravano a molte famiglie un'esistenza, benchè, in generale, meno agiata di quella che una famiglia d'agricoltori poteva condurre su di un medio o su di piccolo podere proprio; ma inoltre addestravano i possidenti, posti, rispetto alla moltitudine, in alta e libera condizione, a diventare i naturali capi e reggitori della repubblica e preparavano nei fittavoli per precario e negli agricoltori mercenari il vero materiale con cui Roma potesse fondare le sue colonie, giacchè la politica romana di condurre colonie non sarebbe riuscita mai senza questa classe laboriosa: potendo ben lo stato dar terre a chi ne manca, ma non infondere a chi non è agricoltore coraggio e forza di guidar l'aratro ed affondare il vomere nel terreno.
      7 Pastorizia. I pascoli non furono colpiti dalla divisione territoriale. È lo stato e non il consorzio delle famiglie che è considerato quale proprietario del pascolo comunale, e che ne profitta, sia per le proprie greggi, cresciute in gran numero in conseguenza delle multe in bestiame e destinate ai sacrifici e ad altro, sia per farne concessione ai proprietari di bestiame che vi conducevano a pascolare le proprie greggi con un modico tributo (scriptura). Il diritto di condurre il gregge sul pascolo comunale sarà stato in origine effettivamente in una certa proporzione col possesso di fondi; ma una connessione legale del possesso di ciascun predio con un preciso usufrutto parziale del pascolo comunale non può aver luogo in Roma; e basterebbe a provarcelo, il fatto che la proprietà poteva essere acquistata anche dai semplici domiciliati con beni stabili, mentre il diritto d'uso rimase invece sempre un privilegio del cittadino, concesso solo, per grazia regia e in via d'eccezione, al possidente domiciliato che non fosse cittadino.


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Storia di Roma
1. Dalla preistoria alla cacciata dei re da Roma
di Theodor Mommsen
Stampa Aequa Roma
1938 pagine 327

   





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