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      9 Commercio interno degli italici. È naturale, che nelle epoche più antiche il commercio italico fosse limitato al traffico degli Italici fra loro. Le fiere romane (mercatus), che vanno distinte dai soliti mercati settimanali (nundinae), sono antichissime. In origine esse a Roma non dovettero essere unite coi giuochi solenni, come fu praticato più tardi, ma fatte coincidere con le solennità che si celebravano nel tempio della Concordia sul monte Aventino; i Latini, i quali a questo fine venivano a Roma ogni anno il 13 agosto, approfittavano di questa opportunità per sbrigare i loro affari, e per fare acquisto di ciò che loro occorreva. Una simile, e forse maggiore, importanza aveva per l'Etruria l'annuale convegno nazionale vicino al tempio di Voltumna (forse presso Montefiascone) nel territorio di Volsinio, durante il quale bandivasi una fiera frequentata regolarmente anche da mercanti romani.
      Ma la più notevole di tutte le fiere italiche era quella che si teneva al Soratte, nella selvetta dedicata alla dea Ferona, luogo tanto acconcio allo scambio delle merci tra le grandi nazioni, che difficilmente se ne sarebbe potuto trovare uno migliore. Quel monte, alto e isolato, posto come per provvidenza in mezzo alla pianura del Tevere, quasi richiamo ai viandanti, trovasi sul confine tra l'Etruria ed il paese dei Sabini, cui pare che abbia per la maggior parte appartenuto95, e vi si giungeva con tutta facilità anche dal Lazio e dall'Umbria; lo frequentavano regolarmente i negozianti romani, le offese dei quali cagionavano non poche contese coi Sabini.


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Storia di Roma
1. Dalla preistoria alla cacciata dei re da Roma
di Theodor Mommsen
Stampa Aequa Roma
1938 pagine 327

   





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