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      Ma è fuor di dubbio, che l'arte degli orefici, esistente in Roma da lontanissimi tempi, non può esser nata prima che cominciasse il commercio oltremarino, e che tra gli abitanti della penisola trovassero smercio gli ornamenti d'oro.
      E così noi troviamo anche nelle più antiche celle mortuarie di Cere e di Vulci nell'Etruria ed in quelle di Preneste nel Lazio97 delle lamine d'oro con impressivi leoni alati e simili ornamenti di fabbrica babilonese. Si potrebbe lungamente disputare se questi oggetti rinvenuti nelle tombe siano stati introdotti dall'estero, o se invece si debbano ritenere imitazioni fatte in paese; ma in generale non vi è dubbio, che nei tempi antichissimi s'introducessero su tutta la costa occidentale d'Italia merci di metallo venute dal levante.
      Quando in seguito si parlerà dell'arte, noi vedremo più chiaramente che l'architettura e la plastica in terra cotta e in metalli ha ricevuto in Italia, in tempi remotissimi, un potente impulso dall'influenza greca; ciò vuol dire che i più antichi attrezzi ed i più antichi modelli sono pervenuti dalla Grecia. Nelle celle mortuarie ora nominate, oltre i gioielli d'oro, si trovarono vasi di vetro, di smalto azzurrino o di argilla verdastra, a giudicarne dalla materia, dallo stile e dai geroglifici impressivi, di origine egiziana98; vasi da unguento di alabastro orientale, molti colla figura d'Iside; uova di struzzo sulle quali erano dipinte e intagliate delle sfingi e dei grifoni; perle di vetro e d'ambra. Queste ultime possono essere venute dal settentrione per la via di terra; gli altri oggetti poi provano l'introduzione dall'oriente di unguenti e di ornamenti d'ogni specie.


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Storia di Roma
1. Dalla preistoria alla cacciata dei re da Roma
di Theodor Mommsen
Stampa Aequa Roma
1938 pagine 327

   





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