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      Dalla conservazione del calcolo a mesi, o, ciò che vale lo stesso, a anni da dieci mesi, si può dedurre una tacita confessione, che però non vuol essere esagerata, della irregolarità e imperfezione del più antico anno solare romano.
      Questo calendario potrà in grazia del suo schema fondamentale essere considerato, per lo meno nelle linee generali, come latino. Nella generale mutabilità del principio dell'anno e dei nomi dei mesi, le piccole digressioni nei numeri ordinali e nelle denominazioni sono conciliabili coll'ammissione di un piano fondamentale, e così potevano i Latini con quel modello di calendario, che si scosta di fatto intieramente dall'evoluzione lunare, facilmente pervenire alle loro arbitrarie lunghezze mensuali, limitate forse da feste annuali allo stesso modo che nel calendario albano i mesi fluttuano tra i sedici e i trentasei giorni. È quindi verosimile, che la greca Trieteris sia per tempo pervenuta dall'Italia meridionale al Lazio e fors'anche presso altre tribù italiche, e che abbia quindi subìti altri cambiamenti incidentali nei singoli calendari. Per misurare epoche che abbracciassero parecchi anni ci si poteva servire con sicurezza degli anni di regno dei re; ma è dubbio se questo uso di calcolare il tempo, comune in oriente, sia stato introdotto in Grecia ed in Italia fin dai tempi antichi. Pel quadriennale periodo bisestile, che segnava il ritorno delle rinnovazioni del censimento e della purificazione del comune, pare che si usasse la numerazione per olimpiadi.


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Storia di Roma
1. Dalla preistoria alla cacciata dei re da Roma
di Theodor Mommsen
Stampa Aequa Roma
1938 pagine 327

   





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