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      In ogni specie di combattimento non si veniva alle prese che una sola volta e sempre tra due campioni. Il vincitore era premiato con una corona, e in qual conto si tenesse quel semplice ramo lo prova la legge chepermetteva di porlo sulla bara del vincitore dopo la sua morte. La festa durava un sol giorno: è però verosimile che le lotte lasciassero ancora tempo pel vero carnevale, in cui i gruppi dei danzatori avranno spiegato la loro abilità e particolarmente le loro buffonerie, ed avranno avuto luogo altri spettacoli, come ad esempio, giuochi ginnastici della cavalleria de' giovani120. In questa solennità avevano una parte anche le onoranze concesse per la vera guerra: il valoroso campione esponeva in questo giorno le armature degli avversari uccisi e riceveva dal comune, con gli encomi, la corona civica. La festa della città di Roma era tale, che essa secondo tutte le apparenze ha servito d'esempio anche per tutte le altre feste pubbliche di Roma. La festa della vittoria, la «danza», era una solenne processione del tutto eguale alla festa urbana, e alla quale andavano uniti spesse volte eguali divertimenti popolari; nei pubblici funerali vi erano d'ordinario dei danzatori, e quando si voleva uno sfarzo maggiore, vi si davano delle corse, di cui il pubblico banditore dava notizia ai cittadini nell'invitarli alla funebre solennità. Ma questa festa urbana, così strettamente conforme ai costumi e agli usi di Roma, assomiglia in tutte le parti essenziali alle feste popolari elleniche: e così prima di tutto è comune alle une e all'altra il pensiero fondamentale dell'unione d'una festa religiosa e di una gara di esercizi e simulacri bellici; poi è uguale la scelta dei vari esercizi, i quali sono quelli stessi che, giusta la testimonianza di Pindaro, si celebravano nelle feste olimpiche, e che consistevano nella corsa, nella lotta, nel pugilato, nella gara dei carri, nel lanciare aste e pietre; eguali le disposizioni pel premio del vincitore, che tanto in Roma, quanto nelle feste nazionali della Grecia consisteva in una corona, e che nell'un paese come nell'altro non era data all'auriga, sibbene al proprietario dei cavalli; si riscontra finalmente nella festa universale del popolo anche l'uso di solennizzare le azioni e le ricompense patriottiche.


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Storia di Roma
1. Dalla preistoria alla cacciata dei re da Roma
di Theodor Mommsen
Stampa Aequa Roma
1938 pagine 327

   





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