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      SECONDO CAPITOLO
     
      IL TRIBUNATO DEL POPOLOED I DECEMVIRI
     
      1. Interessi materiali. Col nuovo ordinamento della repubblica la casta degli antichi originari (vecchia borghesia) era pervenuta legalmente al pieno possesso del potere politico. Governando per mezzo del primo magistrato, ridotto ad essere poco pių che un loro ufficiale, sicuri della preminenza in senato, in possesso esclusivo di tutte le cariche civili e sacerdotali, versati essi soli nella scienza delle cose divine ed umane, ed esperti di tutti i maneggi politici, preponderanti nella grande assemblea elettorale e influenti nel comune pel numeroso partito di uomini o accomodanti per indole, o devoti per ragione di clientela alle antiche casate, e finalmente autorizzati a rivedere ed a cassare ogni deliberazione del comune, i patrizi poterono conservarsi ancora lungamente nella signoria di fatto, appunto perchč avevano in tempo rinunciato all'esclusivo potere legale.
      I plebei dovevano, certo, sentire acerbamente la loro subordinazione politica; ma il patriziato non aveva per allora, senza dubbio, molto a temere dalla posizione politica, se avesse saputo tener lontana dall'arena politica la moltitudine, che altro non cerca se non un'equa amministrazione e la tutela dei suoi interessi materiali.
      E noi vediamo, di fatto, che nei primi tempi dopo la cacciata dei re non poche provvidenze furono prese che avevano il solo scopo di guadagnare il popolo al nuovo governo aristocratico, specialmente tutelandone gli interessi.
      Cosė furono ridotti i dazi nei porti di mare; si fecero per conto del pubblico erario grosse incette di cereali e divenne monopolio dello stato il commercio del sale, per poter somministrare ai cittadini frumento e sale a prezzi modici, e finalmente si prolungō d'un giorno la festa popolare.


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Storia di Roma
2. Dall'abolizione dei re di Roma sino all'unione dell'Italia
di Theodor Mommsen
Stampa Aequa Roma
1938 pagine 376

   





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