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      Ancora più odioso fu l'assassinio del tribuno del popolo Gneo Genucio, al quale era bastato l'animo di porre in istato di accusa due consoli e che, il mattino del giorno destinato al giudizio, fu trovato morto nel proprio letto (281 = 473).
      L'immediata conseguenza di questo delitto fu la legge publilia (283 = 471); che a dir vero passò solo in forza di un plebiscito, ma che la nobiltà non ebbe il coraggio di respingere, e rimane tuttavia una delle più importanti che conosca la storia romana.
      12. La legge publilia. Due delle più importanti innovazioni, l'introduzione dell'assemblea popolare delle tribù e il pareggiamento del plebiscito con la legge deliberata dall'intero comune, si riferiscono, quella certamente, questa probabilmente, alla proposta del tribuno popolare Volerone Publio (283 = 471). Finora la plebe aveva deliberato per curie; quindi, in queste sue assemblee speciali, in parte si votava solo per persona, senza distinzione del patrimonio e della residenza, in parte i clienti delle grandi famiglie nobili avevano votato insieme all'assemblea dei plebei, in conseguenza dell'unità dei membri gentilizi, che era nella natura dell'assemblea curiale.
      Tanto l'una quanto l'altra circostanza dava alla nobiltà occasione di esercitare un'influenza su questa assemblea, e specialmente di dirigere l'elezione dei tribuni; ma entrambe caddero con la nuova maniera di votare per quartieri.
      Di questi ne erano stati formati quattro nella costituzione serviana, che abbracciavano ugualmente la città e la campagna.


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Storia di Roma
2. Dall'abolizione dei re di Roma sino all'unione dell'Italia
di Theodor Mommsen
Stampa Aequa Roma
1938 pagine 376

   





Gneo Genucio Volerone Publio