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      Del resto, il dittatore conservava tutto il potere e il tribuno, in ispecial modo, non poteva annullare le sue disposizioni come annullava quelle dei consoli. Rimaneva ai tribuni la facoltà di decretare illimitate multe pecuniarie e di portare tali decreti innanzi ai comizi tributi, e con ciò essi avevano un mezzo più che sufficiente per annullare la consistenza politica d'un avversario. Un'altra novità fu quella di accordare ai tribuni ed ai comizi tributi una influenza nell'amministrazione e nelle finanze. Venne tolta l'amministrazione della cassa di guerra ai consoli e data a due pagatori, (quaestores), i quali furono per la prima volta nominati nell'anno 307 = 447 dai tribuni e dai loro comizi, ma scelti fra i nobili; queste elezioni all'ufficio di questore furono i primi plebisciti ai quali venisse accordata incontestabile forza di legge, e a quest'uopo si dovette concedere ai tribuni anche il diritto augurale.
      Di maggior conseguenza fu la concessione fatta ai tribuni di un voto consultivo in senato. Veramente pareva al senato cosa disdicevole alla sua dignità l'ammettere i tribuni nella sala delle adunanze; fu quindi loro assegnato uno sgabello sull'uscio, dal quale potessero assistere alle discussioni. Ma non si poteva ormai più impedire che i tribuni prendessero la parola contro qualunque decreto del senato che a loro non piacesse, e che venisse formandosi il nuovo principio, che acquistò forza solo col tempo, che qualsiasi senatoconsulto o plebiscito potesse essere sospeso da un semplice veto di un tribuno.


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Storia di Roma
2. Dall'abolizione dei re di Roma sino all'unione dell'Italia
di Theodor Mommsen
Stampa Aequa Roma
1938 pagine 376