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      Ma la fede nell'ideale, da cui ha origine tutta la potenza e tutta l'impotenza della democrazia, si era negli animi dei Romani interamente incarnata nel tribunato popolare, e non occorre di richiamare alla memoria Cola di Rienzo per riconoscere che, per quanto scarsi fossero i vantaggi che il popolo minuto ritraeva da quella istituzione, essa non avrebbe potuto venire abolita senza una spaventevole rivoluzione. Perciò, con sottile avvedimento civile, studiarono di ridurla all'impotenza, con i mezzi che meno dessero nell'occhio alla moltitudine.
      Il nome di questa magistratura, necessariamente sovversiva, rimaneva però sempre, anche dopo questi temperamenti, come una vera contraddizione in una repubblica governata dalle alte classi, e poteva, in processo di tempo, divenire un'arma pericolosa e penetrante in mano di un partito che mirasse a mutare lo stato; ma nei tempi di cui parliamo l'aristocrazia era ancora così forte, e così interamente in possesso del tribunato, che invano si cercherebbe un caso d'opposizione collegiale dei tribuni contro il senato; anzi il governo respinse sempre senza sforzo ogni tentativo d'opposizione fatto da qualche tribuno, e d'ordinario si valse della opposizione dello stesso tribunato.
      22. Senato. Dopo il pareggiamento delle classi era il senato che, di fatto, governava la repubblica, e la governava quasi senza opposizione alcuna.
      La composizione di questo corpo si era interamente mutata. Il diritto del supremo magistrato di chiamare i cittadini a sedere in senato, e di cancellare i senatori, non fu mai esercitato nella sua piena e legale rigidezza; e certo non lo fu mai dopo che venne abolita la dignità reale.


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Storia di Roma
2. Dall'abolizione dei re di Roma sino all'unione dell'Italia
di Theodor Mommsen
Stampa Aequa Roma
1938 pagine 376

   





Romani Cola Rienzo