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      Pareva ormai vicino il momento in cui tutta l'Italia si sarebbe trovata riunita sotto il dominio etrusco.
      Ma il servaggio, che la lega punico-etrusca minacciava ai Greci ed agli Italici, fu per fortuna dell'umanità stornato, mercè l'intimo ravvicinamento di questi due popoli, destinati a far causa comune e per l'affinità delle schiatte e per la necessità di difendersi dai medesimi nemici. L'esercito etrusco, che dopo la caduta di Roma aveva messo piede nel Lazio, trovò sotto le mura di Aricia un duro ostacolo ai vittoriosi suoi progressi nei soccorsi opportunamente giunti da Cuma, i cui abitanti accorsero in difesa degli Aricini (248 = 506). Non sappiamo come terminasse la lotta, e ignoriamo affatto se Roma fin d'allora rompesse la rovinosa e vergognosa pace; certo è che i Toschi anche questa volta non poterono stabilmente mantenersi sulla sinistra riva del Tevere.
      2. Caduta della signoria punico-etrusca sui mari. Senonchè la nazione ellenica non tardò a trovarsi impegnata in una lotta ben più vasta e risolutiva contro i barbari dell'occidente e contro quelli dell'oriente. Era questa l'epoca delle guerre persiane. La situazione in cui i Tirii si trovavano rispetto a Serse trascinò Cartagine a seguire la politica persiana, e coi Cartaginesi vi furono tratti anche gli Etruschi.
      Fu questa una delle più grandiose combinazioni politiche, la quale rovesciava nello stesso tempo sulla Grecia le schiere asiatiche e sulla Sicilia le puniche, allo scopo di cancellare con un sol colpo la libertà e la civiltà dalla faccia della terra.


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Storia di Roma
2. Dall'abolizione dei re di Roma sino all'unione dell'Italia
di Theodor Mommsen
Stampa Aequa Roma
1938 pagine 376

   





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