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      Che i Sanniti non vedessero di buon occhio i minacciosi progressi dei Romani è cosa naturale, e non mancarono di attraversare i loro disegni, ma essi trascurarono però in questo tempo, quando forse era ancora possibile, d'impedire loro la via a nuove conquiste, colla risolutezza voluta dalle circostanze. Pare, a dir vero, ch'essi abbiano espugnata Teano dopo il trattato con Roma, e che vi abbiano posto un grosso presidio; poichè mentre questa città chiese prima aiuto a Capua ed a Roma contro il Sannio, nelle lotte combattute poi, sorse quale antemurale della potenza sannitica dalla parte d'occidente.
      I Sanniti si estendevano sul Liri superiore conquistando terreno e logorando il paese, ma non si curarono di fissarvi stabile dimora. Così distrussero Fregellae città dei Volsci e in questo modo vi facilitarono appunto la fondazione della colonia romana portando lo spavento a due altre città volsche, Fabrateria (Ceccano) e Luca (d'ignota posizione), che seguendo l'esempio di Capua, si diedero spontaneamente ai Romani (424 = 330). La confederazione sannitica insomma si portò in modo che la conquista della Campania per parte dei Romani venne considerata un fatto compiuto prima ancora che i Sanniti si risolvessero seriamente ad opporvisi, di che furono causa, senza dubbio, in parte le guerre combattute in quel tempo dai Sanniti contro gli Elleni italici, ma in parte anche la fiacca e sconnessa politica della confederazione sannitica.
     
     
      SESTO CAPITOLO
     
      GLI ITALICI CONTRO ROMA
     
      1. Guerra tra Sabelli e Tarentini.


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Storia di Roma
2. Dall'abolizione dei re di Roma sino all'unione dell'Italia
di Theodor Mommsen
Stampa Aequa Roma
1938 pagine 376

   





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