Pagina (215/376)

   

pagina


Pagina_Precedente  Pagina_Successiva  Indice  Copertina 

     
      Spaventati e mossi a sdegno da questa improvvisa catastrofe, i Boi, che erano i più vicini ed affini ai Senoni, si unirono immediatamente agli Etruschi, che continuavano ancora la guerra, e i mercenari Senoni, che erano nelle loro file, combatterono i Romani non più come gente assoldata, ma come vendicatori disperati della loro patria.
      Un poderoso esercito etrusco-gallico mosse contro Roma per vendicare sulla capitale dei nemici lo sterminio dei Senoni e per distruggere Roma più compiutamente di quello che aveva già fatto il Brenno condottiero di quegli stessi Senoni. Senonchè l'esercito alleato fu dai Romani interamente battuto al passaggio del Tevere nelle vicinanze del lago Vadimone (471 = 283). Gli alleati ritentarono la sorte dell'armi l'anno appresso, ma sconfitti di nuovo in una battaglia campale presso Populonia, i Boi uscirono dalla federazione e fecero la pace con i Romani (472 = 282). Così fu rotto il più saldo e poderoso anello della lega, i Galli; e vinta la lega, prima ancora ch'essa si fosse consolidata, Roma ebbe le mani libere per volgersi contro l'Italia meridionale, dove negli anni che corsero dal 469 = 285 al 471 = 283 la guerra si era condotta fiaccamente.
      Se fino allora l'esercito romano, assai ridotto, s'era sostenuto a stento in Turio contro i Lucani ed i Bruzi, nel 472 = 282 comparve il console Gaio Fabricio Luscino alla testa d'un altro poderoso esercito dinanzi la città, la liberò, sconfisse i Lucani in una grande battaglia e fece prigioniero il loro duce Statilio.


Pagina_Precedente  Pagina_Successiva  Indice  Copertina 

   

Storia di Roma
2. Dall'abolizione dei re di Roma sino all'unione dell'Italia
di Theodor Mommsen
Stampa Aequa Roma
1938 pagine 376

   





Boi Senoni Etruschi Senoni Romani Roma Senoni Roma Brenno Senoni Romani Tevere Vadimone Populonia Boi Romani Galli Roma Italia Turio Lucani Bruzi Gaio Fabricio Luscino Lucani Statilio