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      E di fatti egli in breve riconquistò non solo tutto il paese sottratto ai suoi dominii, ma ritentò un'altra volta, e non indarno, di riprendere la corona della Macedonia.
      Ma incapace di schermirsi contro la fredda e astuta politica di Antigono Gonata, e di frenare il suo carattere, vide ancora una volta fallire la sua ultima impresa, e finì per perdere la vita in una meschina scaramuccia nelle vie d'Argo (482-272).
      14. Ultimi combattimenti in Italia. La guerra in Italia ebbe fine con la battaglia di Benevento: le ultime convulsioni del partito nazionale s'andarono a poco a poco calmando. Finchè il principe della guerra, colui che aveva osato di afferrare con salda mano le redini del destino, rimase in vita, egli tenne occupata, ancorchè assente, la forte rocca di Taranto. E benchè, partito Pirro, la fazione che voleva la pace avesse di nuovo rialzato il capo tra i Tarentini, Milone, che governava in nome del re, non se ne diede troppo pensiero e lasciò che i partigiani di Roma, i quali avevano fabbricato un loro castello nel territorio di Taranto, celebrassero a nome della repubblica la pace con Roma, senza perciò aprire le porte della città.
      Ma quando, dopo la morte di Pirro, comparve nel porto di Taranto una flotta cartaginese, e Milone s'accorse che i cittadini congiuravano per consegnare la città ai Cartaginesi, egli preferì di cedere la rocca al console romano Lucio Papirio (482 = 272) e in tal modo patteggiare per sè ed i suoi la libertà di partire.
      Questa fu per i Romani un'immensa fortuna.


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Storia di Roma
2. Dall'abolizione dei re di Roma sino all'unione dell'Italia
di Theodor Mommsen
Stampa Aequa Roma
1938 pagine 376

   





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