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      Pare che a Cartagine venisse assicurato commercio libero almeno in Roma e forse anche in tutto il Lazio, sotto condizione di non usar violenza ai comuni latini dipendenti da Roma e di non pernottare sul territorio latino nel caso che divenissero nemici, nè di costruirvi fortezze e di non corseggiare nell'interno del paese(40). È verosimile che all'istessa epoca, appartenga anche il trattato tra Roma e Taranto, a cui fu accennato, che già nel 472 = 282 si citava come di antica origine; a tenore del quale i Romani si sarebbero obbligati - nè si sa quali compensi i Tarentini offrissero in cambio - di non navigare ad oriente del capo Lacinio, così che venivano completamente esclusi dal bacino orientale del Mediterraneo.
      Queste erano vere sconfitte poco meno dannose di quella subìta sull'Allia, e pare che un tal giudizio ne facesse anche il senato romano, poichè nessuna altra cosa mostrò avere più a cuore, appena avviate le cose di Roma in Italia, che di restaurare la marineria, caduta così in basso dopo gli umilianti trattati con Taranto e con Cartagine.
      E innanzi tutto si pensò di popolare con colonie romane le più considerevoli città del litorale, come si fece appunto, probabilmente in quegli anni, con Pirgi porto di Cere, e l'anno 416 = 338 con Anzio sulla costa latina, con Terracina l'anno 425 = 328, coll'isola di Ponza nel 441 = 313. E poichè prima di queste erano già state fondate le colonie di Ostia, d'Ardea e di Circei, così con queste ultime disposizioni tutte le terre ragguardevoli poste sul mare del Lazio divennero colonie latine o cittadine; più lungi sulla costa della Campania e della Lucania, Minturno e Sinuessa nell'anno 459 = 205, Pesto e Cosa nel 481 = 273, e sul litorale Adriatico Sena Gallica e Castronovo verso l'anno 471 = 283, Ariminum l'anno 486 = 268, e ultima l'occupazione di Brundisium subito dopo la fine della guerra pirrica.


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Storia di Roma
2. Dall'abolizione dei re di Roma sino all'unione dell'Italia
di Theodor Mommsen
Stampa Aequa Roma
1938 pagine 376

   





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