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      Non occorre dire che il bastone aveva la sua parte anche nell'insegnamento come l'aveva nella disciplina militare e nella polizia(69). Ma in quel tempo l'insegnamento non doveva avere ancora oltrepassato il grado elementare; tra il Romano colto ed il Romano illetterato non v'era alcuna notevole differenza nella pubblica estimazione.
      È cosa notoria che i Romani non si sono segnalati in nessun tempo(70) nè nelle scienze matematiche nè nelle meccaniche; ciò che si conferma anche nella storia del tempo, di cui ora ragioniamo, col solo fatto che se ne possa citare con qualche sicurezza, cioè col tentativo dei decemviri di riordinare il calendario.
      Essi volevano cambiare il loro calendario, che era basato sull'antica imperfettissima trieteride, col calendario fondato sulla octaeteride allora in uso nell'Attica, il quale conservava il mese lunare di 29 giorni e mezzo, calcolava però l'anno solare in 365 giorni e un quarto invece di 368 3/4, e, data quindi la comune invariabile lunghezza dell'anno di 354 giorni, non vi si inserivano più ogni quattr'anni 59, bensì ogni 8 anni 90 giorni. Allo stesso intento i riformatori romani, conservando del resto il calendario allora in uso, ebbero intenzione di non accorciare nei due anni bisestili del periodo quadriennale i mesi intercalari, sibbene i due febbrai ciascuno di sette giorni, e di assegnare quindi a questo mese, negli anni bisestili, invece di 29 e 28 giorni, 22 e 21.
      Ma imprevidenza matematica e scrupoli teologici, particolarmente il riguardo dovuto alla festa annuale in onore del dio Termine, che cadeva appunto in quei giorni di febbraio che si sarebbero dovuti sopprimere, sconcertarono l'ideata riforma, dimodochè il mese di febbraio dell'anno bisestile fu di 24 e di 25 giorni, ammontando quindi il nuovo anno solare romano a giorni 366 1/4. Fu trovato in qualche modo un rimedio agli inconvenienti che derivavano da questo sistema abbandonando il calcolo del calendario per mesi o per dieci mesi, divenuto impossibile per l'ineguaglianza dei mesi, adottando invece quello per termini di dieci mesi d'un anno solare di 365 giorni, o quello del cosiddetto anno di dieci mesi di giorni 304. Oltre di che in Italia venne anche presto in uso specialmente nelle faccende campestri, il calendario rurale, fondato da Eudosso (che fioriva l'anno 386 = 368) sull'anno solare egizio di giorni 365 e un quarto.


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Storia di Roma
2. Dall'abolizione dei re di Roma sino all'unione dell'Italia
di Theodor Mommsen
Stampa Aequa Roma
1938 pagine 376

   





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