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      In Cartagine regnava già tutta l'opulenza che è propria delle grandi città mercantili, mentre in Roma i costumi e la polizia mantenevano ancora, almeno in apparenza, la severità e la frugalità dei tempi antichi.
      Quando gli ambasciatori cartaginesi ritornarono da Roma raccontarono ai loro colleghi che tra i senatori romani esisteva un'intesa meravigliosa, poichè lo stesso vasellame d'argento bastava per tutto il senato, avendolo essi trovato in tutte le case dove furono invitati a pranzo. Questa ironica narrazione è un indizio caratteristico della differenza delle condizioni economiche delle due città.
      Tanto in Cartagine quanto in Roma la costituzione era aristocratica; come governava il senato a Roma governavano i giudici in Cartagine, e nell'una come nell'altra città prevaleva lo stesso sistema di polizia. La stretta subordinazione, nella quale il governo cartaginese teneva ciascun impiegato, l'ingiunzione fatta a tutti i cittadini di astenersi dallo studio della lingua greca e di comunicare coi Greci solo per mezzo del pubblico interprete, sono indizi dello stesso spirito di gelosia che si manifestava nel governo del senato romano; ma il sistema delle multe pecunarie e delle censure romane è mite e assennato se lo si paragoni alla atrocità ed all'arbitrio poco meno che brutali che si riscontrano nel pubblico controllo dei Cartaginesi.
      Il senato romano, che accoglieva nel suo seno le più spiccate intelligenze, e che rappresentava la nazione e si sentiva penetrato dal suo spirito, poteva anche avere maggior fiducia nel popolo, e nel tempo stesso non avere timore dei proprii magistrati.


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Storia di Roma
3. Dall'unione d'Italia fino alla sottomissione di Cartagine
di Theodor Mommsen
Stampa Aequa Roma
1938 pagine 371

   





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