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      Gli Italici oltremarini furono ricevuti nella confederazione italica(6) e su proposta dei consoli fu dal popolo deciso di mandare loro il chiesto aiuto (489=265).
      4. Guerra tra Roma e Cartagine. Si trattava ora di sapere come le due potenze siciliane, fino allora alleate con Roma solo di nome, colpite più da vicino da questo intervento dei Romani negli affari dell'isola, avrebbero accolta questa intromissione. Gerone avrebbe avuto diritto di accogliere l'intimazione fattagli dai Romani, di desistere dalle ostilità contro i loro nuovi alleati di Messana, a quel modo stesso che, in caso analogo, i Sanniti ed i Lucani avevano accolto l'occupazione di Capua e di Turio, e di rispondere ai Romani con una dichiarazione di guerra; ma se egli fosse rimasto solo, il dichiarare guerra ai Romani sarebbe stata una follia, e ben si doveva aspettare dalla previdente e sana sua politica che egli avrebbe fatto di necessità virtù quando Cartagine si fosse tenuta tranquilla.
      Ciò non pareva impossibile. Allora (489 =265), sette anni dopo il tentativo fatto dalla flotta fenicia per impadronirsi di Taranto, un'ambasciata romana fu mandata a Cartagine per chiedere conto di questo fatto; le fondate, ma quasi dimenticate lagnanze risorsero tutto ad un tratto, e non parve inutile, mentre si stavano apprestando le armi per la guerra, di ripescare anche nell'arsenale diplomatico pretesti e argomenti per giustificarla e per poter bandire al mondo, come solevano fare i Romani, ch'essi erano stati provocati e tirati pei capelli.


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Storia di Roma
3. Dall'unione d'Italia fino alla sottomissione di Cartagine
di Theodor Mommsen
Stampa Aequa Roma
1938 pagine 371

   





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