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      Approfittando dello spontaneo concorso dei cittadini si sarebbe dovuta costituire gradatamente una forza marittima, non solo rispettabile per il numero, ma anche per la pratica navale, che pure era stata felicemente iniziata colle imprese dei corsari italici durante la lunga guerra; ma il governo nulla fece di tutto questo. Ciò non pertanto la marineria romana, nella sua rozza grandiosità, è la più geniale creazione dovuta a questa guerra, e fu essa che diede al principio ed alla fine il tracollo in favore di Roma.
      Molto più difficili a vincersi erano quei difetti insiti nella costituzione stessa.
      Che il senato, secondo l'alternarsi dei partiti che in esso dominavano, passasse da un sistema di guerra ad un altro, e quindi commettesse incredibili errori, come ad esempio lo sgombero di Clupea, e il mal vezzo di richiamar a mezza impresa la flotta come più volte occorse; che il generale durante il tempo della sua carica assediasse città siciliane, e che il suo successore, invece di insistere nell'impresa, preferisse andare a taglieggiare le coste africane, o dare una battaglia navale; che d'ordinario tutti gli anni mutassero, secondo gli ordini consueti, i comandanti supremi - tutte queste mende non si potevano togliere senza sollevare problemi costituzionali, la cui soluzione era più difficile assai che non improvvisare una flotta; ma ciò non toglieva che l'ordinamento politico non rispondesse più alle nuove esigenze d'una simile guerra.
      Prima d'ogni altra cosa occorre dire che nessuno era ancora esperto in questo nuovo modo di guerreggiare, nè il senato, nè i generali.


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Storia di Roma
3. Dall'unione d'Italia fino alla sottomissione di Cartagine
di Theodor Mommsen
Stampa Aequa Roma
1938 pagine 371

   





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