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      Feconda di risultati molto peggiori era poi la massima di riguardare la carica di comandante della flotta come dipendente dal supremo comando dell'esercito, cosicchè ogni console veniva legalmente a considerarsi atto non solo a rivestire la carica di generale ma anche quella di navarca.
      Le più terribili sconfitte toccate ai Romani in questa guerra, non si debbono attribuire alle fortune di mare e meno ancora ai Cartaginesi, ma all'arrogante imbecillità de' loro ammiragli-cittadini.
      Roma vinse finalmente; ma l'essersi accontentata d'un guadagno molto inferiore a quello che dal principio aveva domandato, anzi offerto, e l'energica opposizione, che incontrò in Roma il trattato di pace, provano chiaramente che la vittoria e la pace erano cose ottenute per metà e con poca consistenza, e se Roma era riuscita vittoriosa dalla lotta, essa lo doveva certo al favore degli dei ed all'energia de' suoi cittadini, ma più ancora agli errori dei suoi nemici, assai più gravi di quelli in cui pur essa era caduta nel condurre questa guerra.
     
     
      TERZO CAPITOLO
     
      ESTENSIONE DELL'ITALIAFINO AI SUOI CONFINI NATURALI
     
      1. Confini d'Italia. La confederazione italica, quale era uscita dalle crisi del quinto secolo, ossia lo stato d'Italia, riuniva sotto l'egemonia romana tutti i comuni urbani e rurali dall'Appennino al mar Jonio.
      Ma prima ancora che il quinto secolo volgesse al suo termine, questi confini erano stati allargati tanto oltre l'Appennino come oltre il mare, dove erano sorti comuni italici appartenenti alla confederazione.


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Storia di Roma
3. Dall'unione d'Italia fino alla sottomissione di Cartagine
di Theodor Mommsen
Stampa Aequa Roma
1938 pagine 371

   





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