Pagina (111/371)

   

pagina


Pagina_Precedente  Pagina_Successiva  Indice  Copertina 

      Papo s'accorse della battaglia e cercò di effettuare il congiungimento: riordinò in tutta fretta le sue truppe, e le legioni romane piombarono ai due lati dell'esercito dei Galli.
      Coraggiosamente questi si disposero a sostenere la duplice lotta; i transalpini e gli Insubri contro le truppe di Papo, i Taurisci alpigiani ed i Boi contro le legioni sarde; la cavalleria continuava a combattere separatamente sui fianchi. In quanto al numero le forze non erano disuguali e la disperata posizione dei Galli li costringeva alla più pertinace difesa.
      Ma i transalpini, abituati a combattere soltanto a corpo a corpo, non resistevano ai proiettili degli arcieri romani; la giornata fu decisa da un assalto di fianco della vittoriosa cavalleria romana.
      I cavalieri celtici presero la fuga; non così potè fare la fanteria incastrata tra il mare ed i tre eserciti romani. Diecimila Celti ed il re Concolitano furono fatti prigionieri, i morti che coprivano il campo di battaglia sommavano a 40.000; Aneresto ed il suo seguito, stando al costume celtico, si erano dati volontariamente la morte.
      10. I Celti attaccati nel proprio paese. La vittoria era completa ed i Romani erano fermamente decisi di premunirsi stabilmente contro simili invasioni, col completo soggiogamento dei Celti di qua delle Alpi.
      Nel 530=224 si sottomisero i Boi ed i Lingoni senza opporre alcuna resistenza; l'anno dopo (531=223) gli Anari, sicchè tutta la pianura sino al Po ubbidiva ai Romani.
      Maggiori difficoltà furono incontrate per assoggettare la riva settentrionale del gran fiume.


Pagina_Precedente  Pagina_Successiva  Indice  Copertina 

   

Storia di Roma
3. Dall'unione d'Italia fino alla sottomissione di Cartagine
di Theodor Mommsen
Stampa Aequa Roma
1938 pagine 371

   





Galli Insubri Papo Taurisci Boi Galli Celti Concolitano Aneresto Celti Romani Celti Alpi Boi Lingoni Anari Romani