Pagina (136/371)

   

pagina


Pagina_Precedente  Pagina_Successiva  Indice  Copertina 

      Egli stesso, poi, intendeva mettersi alla testa del grande esercito per entrare in Italia, il che aveva avuto certamente in animo di fare anche Amilcare.
      Un colpo decisivo contro Roma non era possibile che in Italia, come non era possibile che nella Libia un colpo contro Cartagine. Come Roma doveva incominciare senza dubbio nella Libia la sua prossima campagna, così Cartagine doveva sin da principio slanciarsi ad un'impresa decisiva, non limitarsi ad un'operazione secondaria, come ad esempio la conquista della Sicilia, o tenersi sulla difensiva. Una sconfitta qualunque avrebbe prodotto, in tutti questi casi, la stessa rovina, non però la vittoria gli stessi frutti.
      Ma in quel modo si poteva attaccare l'Italia? Si poteva riuscire a toccare la penisola sia per mare che per terra; ma perchè questa spedizione non divenisse un'impresa disperata, ma una campagna militare con uno scopo strategico, era necessario avere una base d'operazioni più vicina di quello che non fossero la Spagna e l'Africa.
      Annibale non poteva fare assegnamento nè su una flotta, nè su un porto di mare fortificato, giacchè allora i Romani dominavano il mare. E non minori difficoltà si presentavano per trovare nel territorio della federazione italica un valido punto di appoggio.
      Se essa, in tempi assai diversi e malgrado la simpatia ellenica, aveva tenuto fronte a Pirro, non era da attendersi che ora, all'apparire del generale fenicio, dovesse sfasciarsi; tra le fortezze romane e la compatta federazione, l'esercito invasore doveva rimanere indubbiamente schiacciato.


Pagina_Precedente  Pagina_Successiva  Indice  Copertina 

   

Storia di Roma
3. Dall'unione d'Italia fino alla sottomissione di Cartagine
di Theodor Mommsen
Stampa Aequa Roma
1938 pagine 371

   





Italia Amilcare Roma Italia Libia Cartagine Roma Libia Cartagine Sicilia Italia Spagna Africa Romani Pirro