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      La banda di scorridori cartaginesi, in cui i Romani con grande sorpresa si erano imbattuti nella Liguria l'anno 524=230, provava che il padre di Annibale aveva già rivolto lo sguardo a questo paese. Meno chiaro è il motivo che decise Annibale a preferire la via di terra a quella del mare; poichè nè il dominio del mare tenuto dai Romani, nè la loro lega con Marsiglia potevano, come è facile comprendere e come fu poi dimostrato, impedire uno sbarco a Genova. Per rispondere in modo soddisfacente ad un tale quesito mancano, nelle notizie a noi pervenute, non pochi elementi importantissimi, ai quali non si può supplire con supposizioni.
      Annibale aveva da scegliere tra due mali. Invece di esporsi ai rischi della navigazione a lui sconosciuti e che erano meno facili a potersi calcolare, e ad una guerra marittima, dev'essergli sembrato miglior consiglio accettare le promesse fattegli, senza alcun dubbio con serie intenzioni, dai Boi e dagli Insubri, tanto più che un esercito sbarcato a Genova avrebbe pur sempre dovuto varcare i monti, e difficilmente egli poteva conoscere quanto fossero minori le difficoltà che offre il passaggio dell'Appennino presso Genova in confronto di quelle della catena principale delle Alpi. La via che prese era pure l'antichissima via dei Celti, per la quale avevano varcato le Alpi schiere molto più numerose; l'alleato e salvatore del popolo celtico poteva quindi percorrerla senza temerità.
      Così al principio della buona stagione, Annibale raccolse in Cartagena le truppe destinate a formare il grande esercito.


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Storia di Roma
3. Dall'unione d'Italia fino alla sottomissione di Cartagine
di Theodor Mommsen
Stampa Aequa Roma
1938 pagine 371

   





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