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      I messaggeri celti si affrettarono ad avvertirlo. Annibale doveva condurre il suo esercito colla numerosa cavalleria e gli elefanti oltre il rapido fiume sotto gli occhi del nemico prima che vi giungesse Scipione, e non aveva a sua disposizione nemmeno un battello.
      Dietro suo ordine si acquistarono nelle vicinanze tutte le barche appartenenti ai moltissimi barcaiuoli del Rodano e, alla mancanza del numero necessario, si supplì fabbricando zattere; in tal modo il numeroso esercito potè essere traghettato in un sol giorno sull'altra sponda.
      Mentre fervevano i preparativi per il passaggio del fiume, una forte divisione, capitanata da Annone figlio di Amilcare, si recava a marcie forzate a ritroso della corrente fino ad un passaggio al disopra di Avignone, lontano due giorni di marcia, che fu trovato senza difesa.
      Queste truppe attraversarono il fiume in tutta fretta con zattere messe insieme alla meglio e, seguendo il corso, giunsero alle spalle dei Galli.
      Al mattina del quinto giorno, dacchè il grosso dell'esercito era arrivato alle sponde del Rodano, e del terzo dopo la partenza di Annone, si videro salire le colonne di fumo che annunziavano l'arrivo di quest'ultimo sull'opposta sponda: era il segnale atteso da Annibale colla massima impazienza per effettuare il passaggio.
      Nel momento appunto in cui i Galli, vedendo la flotta dei battelli nemici in movimento, si affrettarono ad occupare la riva sinistra del fiume, il loro campo fu improvvisamente avvolto dalle fiamme alle loro spalle: sorpresi e divisi non poterono nè sostenere l'assalto, nè impedire il passaggio, e si dispersero dandosi a precipitosa fuga.


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Storia di Roma
3. Dall'unione d'Italia fino alla sottomissione di Cartagine
di Theodor Mommsen
Stampa Aequa Roma
1938 pagine 371

   





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