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      La Macedonia si assunse l'incarico di gettare un esercito sulle coste orientali dell'Italia; in compenso le fu assicurata la restituzione dei possedimenti romani nell'Epiro.
      In Sicilia il re Gerone aveva osservato durante gli anni di pace - per quanto l'aveva potuto con sicurezza - una politica neutrale, e si era mostrato favorevole ai Cartaginesi nella difficile crisi dopo la pace con Roma, particolarmente con somministrazioni di cereali.
      È certo che la nuova rottura tra Cartagine e Roma doveva spiacergli sommamente, ma non era in grado d'impedirla, e quando essa si verificò, egli con ben calcolata lealtà tenne fermo per Roma. Ma ben presto (autunno 538=216) questo vecchio, dopo un regno di cinquantaquattr'anni, fu colto da morte. Il nipote e successore di quest'uomo assennato, il giovane ed inetto Geronimo, venne tosto a patti coi diplomatici cartaginesi; e non facendo questi alcuna difficoltà ad assicurargli prima la Sicilia fino all'antico confine cartaginese, e poi, crescendo le sue pretese, il possesso di tutta l'isola, egli fece lega con Cartagine, ed ordinò che la flotta cartaginese, che era venuta in quelle acque per minacciare Siracusa, si riunisse con quella dei Siracusani.
      La situazione della flotta romana a Lilibeo, che aveva già avuto uno scontro colla seconda squadra cartaginese distaccata presso le isole Egadi, si fece ad un tratto assai difficile; giacchè le truppe che si trovavano in Roma pronte per essere imbarcate per la Sicilia ebbero, in conseguenza della sconfitta di Canne, un'altra e più urgente destinazione.


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Storia di Roma
3. Dall'unione d'Italia fino alla sottomissione di Cartagine
di Theodor Mommsen
Stampa Aequa Roma
1938 pagine 371

   





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