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      Il pericolo, che alcuni anni prima aveva minacciato l'esistenza dello stato, sembrava svanito; ma tanto più forte sentivasi il peso della interminabile guerra, peso che tutti gli anni diveniva maggiore. Le finanze dello stato se ne risentivano fortemente.
      Dopo la giornata di Canne (538=216) era stata nominata un'apposita commissione bancaria (tres viri mensarii), i cui membri erano stati scelti fra gli uomini più rispettabili, allo scopo di preporre alle pubbliche finanze, in quei difficili tempi, un'autorità superiore, stabile ed avveduta.
      Essa avrà fatto tutto il possibile, ma le circostanze erano tali da sconcertare ogni mente finanziaria. Appena principiata la guerra era stato diminuito il valore intrinseco delle monete d'argento e di rame, aumentato d'oltre un terzo il corso legale del pezzo d'argento, e fu messa in circolazione una nuova moneta d'oro di molto inferiore al valore intrinseco del metallo.
      Questa misura ben presto non bastò e si dovette ricorrere ai prestiti senza badare troppo per il sottile alle condizioni, perchè si era stretti dal bisogno, finchè le enormi frodi di coloro che fornivano il danaro, spinsero gli edili a dare un esempio con l'accusarne alcuni dei peggiori dinanzi al popolo.
      Si fece spesso ricorso, e non indarno, al patriottismo dei facoltosi, i quali erano certamente quelli che in proporzione soffrivano più di tutti. I soldati appartenenti alle migliori classi, i sottufficiali ed i cavalieri rinunziarono al soldo, spontaneamente o costretti dallo spirito di corpo.


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Storia di Roma
3. Dall'unione d'Italia fino alla sottomissione di Cartagine
di Theodor Mommsen
Stampa Aequa Roma
1938 pagine 371

   





Canne