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      Ne furono particolarmente offesi anche gli Etoli, il cui generale aveva avuto il comando a Chio, e i Rodioti, i tentativi di mediazione dei quali erano stati resi vani dall'insolenza e dagli inganni del re.
      Ma quand'anche ciò non fosse avvenuto, erano posti a repentaglio gl'interessi di tutte le città commerciali greche. Era quindi assolutamente impossibile acconsentire che alla mite e quasi nominale signoria egiziana subentrasse violentemente l'assolutismo macedone col quale le civiche libertà ed il commercio non potevano in nessun modo mettersi d'accordo; e l'orribile trattamento toccato agli abitanti di Chio provava che non si trattava più del diritto di conferma delle franchige cittadine, bensì della vita e della morte di uno e di tutti.
      10. La lega anseatica contro Filippo. Lampsaco era già caduta e Taso aveva subìto la stessa sorte di Chio. Non v'era tempo da perdere.
      Teofilisco, valoroso generale di Rodi, ammonì i suoi cittadini di affrontare uniti il comune pericolo in modo da impedire che le città e le isole divenissero isolatamente preda del nemico.
      Rodi non tardò a decidersi e dichiarò guerra a Filippo.
      Bisanzio si unì a Rodi; così fece Attalo re di Pergamo, nemico politico e personale di Filippo.
      Mentre la flotta degli alleati si raccoglieva nelle acque eolie, Filippo, con una parte della sua flotta, fece prendere Chio e Samo. Coll'altra parte comparve egli stesso dinanzi a Pergamo, che investì inutilmente, e dovette contentarsi di percorrere la parte piana del paese lasciando dovunque tracce del valore macedone con la distruzione dei templi.


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Storia di Roma
3. Dall'unione d'Italia fino alla sottomissione di Cartagine
di Theodor Mommsen
Stampa Aequa Roma
1938 pagine 371

   





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