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      E finalmente egli entrò nella simmachia dei Romani.
      Questo patto l'obbligava a mandare, dietro loro richiesta, il suo contingente, e non passò molto tempo che si videro le truppe macedoni combattere insieme alle legioni. Egli pagò inoltre una contribuzione di 1000 talenti (circa L. 16.000.000).
      Privata la Macedonia di ogni forza politica e limitate le sue forze a quelle sufficienti a proteggere il confine dell'Ellade dalle invasioni dei barbari, i vincitori pensarono di disporre dei possedimenti ceduti dal re.
      I Romani, che appunto allora avevano fatto prova nella Spagna che le province d'oltremare erano acquisti di utilità problematica, e che non avevano cominciata la guerra a scopo di conquiste territoriali, non trattennero nulla del bottino e obbligarono quindi anche i loro alleati alla moderazione.
      Essi decisero di proclamare liberi tutti gli stati della Grecia che fino allora erano stati sotto l'egemonia di Filippo; e Flaminino ebbe l'incarico di leggere il relativo decreto ai Greci, radunati per assistere ai giuochi istmici (558=196).
      Gli uomini seri potevano chiedere senza dubbio se la libertà sia un bene che si doni e cosa significhi la libertà senza l'unità della nazione; ma il giubilo era grande e sincero, come sincera era l'intenzione del senato che concedeva la libertà(40).
      Da questa misura generale erano esclusi soltanto i paesi illirici all'oriente di Epidamno, che toccarono a Pleurato, signore di Scodra, e questo stato di ladroni e di pirati che una generazione prima era stato umiliato dai Romani, risorse e divenne il più potente di queste regioni.


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Storia di Roma
3. Dall'unione d'Italia fino alla sottomissione di Cartagine
di Theodor Mommsen
Stampa Aequa Roma
1938 pagine 371

   





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