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      Da quel tempo in poi nulla d'importante si verificò nè da una parte nè dall'altra; Perseo vinse Genzio, punì i Dardani e col mezzo di Coti scacciò dalla Tracia tutti quelli che simpatizzavano per i Romani, nonchè le truppe del re di Pergamo. L'esercito romano occidentale prese alcune città illiriche e il console si dedicò a sbarazzare la Tessalia dalle guarnigioni macedoni e a garantirsi, coll'occupazione di Ambracia, dagli irrequieti Etoli e dagli Acarnani.
      Ma più duramente pesò la forza romana sulle due infelici città della Beozia, che parteggiavano per Perseo; Aliarto fu presa d'assalto dal comandante della flotta romana Gaio Lucrezio, il quale ne vendè schiavi gli abitanti; Coronea ebbe dal console Crasso egual sorte, malgrado la sua capitolazione.
      Mai un esercito romano aveva avuto una così cattiva disciplina come sotto questi due capitani. Essi avevano disorganizzato l'esercito in modo che anche nella seguente campagna del 584=170 il nuovo console Aulo Ostilio non potè pensare ad imprese d'importanza, tanto più che il nuovo ammiraglio Lucio Ortensio si rivelò non meno inetto e fedifrago del suo predecessore.
      La flotta bordeggiava senza alcun successo in prossimità delle città del litorale tracico. L'esercito occidentale, sotto gli ordini di Appio Claudio che aveva il suo quartier generale a Licnido, nel territorio della Dassarezia, subìva una sconfitta dopo l'altra.
      Dopo che una spedizione nell'interno della Macedonia era andata del tutto fallita, verso il principio dell'inverno il re assalì il console Appio colle truppe dei confini meridionali, fatte disponibili a causa della neve che aveva reso impraticabili tutti i valichi; gli tolse molto territorio e un gran numero di prigionieri, e strinse relazioni col re Genzio; gli riuscì persino di fare un tentativo d'invasione nell'Etolia, mentre Appio si lasciava battere un'altra volta nell'Epiro dalla guarnigione d'una fortezza ch'egli invano aveva stretto d'assedio.


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Storia di Roma
4. Dalla sottomissione di Cartagine a quella della Grecia
di Theodor Mommsen
Stampa Aequa Roma
1938 pagine 343

   





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