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      L'armata principale fece un paio di tentativi per entrare nella Macedonia, prima varcando i monti Cambuni, poi superando i valichi della Tessalia; ma, non avendovi impiegata la necessaria energia, gli stessi tentativi furono frustrati da Perseo.
      Il console si occupava principalmente della riorganizzazione dell'esercito, che infatti era oltremodo necessaria, ma richiedeva un uomo più energico e più stimato.
      I congedi e i permessi erano divenuti venali, quindi le divisioni non erano mai complete; la truppa era acquartierata durante l'estate, e, come gli ufficiali rubavano in grande, così i militi rubavano in piccolo; le popolazioni amiche erano guardate con sospetto e trattate nel modo più ignominioso. Così la causa della vergognosa sconfitta presso Larissa si attribuiva al tradimento della cavalleria etolica, e se ne mandavano (cosa inaudita!) gli ufficiali a Roma per essere sottoposti ad una investigazione criminale. Così, per un falso sospetto, i Molossi nell'Epiro furono spinti a ribellarsi veramente; alle città alleate furono imposti contributi di guerra come se fossero state conquistate, e, quando esse si appellavano al senato romano, i loro cittadini erano condannati nella testa o venduti come schiavi; così avvenne in Abdera e così in Calcide.
      Il senato s'intromise seriamente(13): ordinò la liberazione degl'infelici abitanti di Coronea e di Abdera, e proibì ai funzionari romani di richiedere prestazioni dai confederati senza il suo permesso.
      Gaio Lucrezio dai cittadini fu condannato unanimemente.


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Storia di Roma
4. Dalla sottomissione di Cartagine a quella della Grecia
di Theodor Mommsen
Stampa Aequa Roma
1938 pagine 343

   





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