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      2. Germi della nobiltà nel patriziato. La nuova nobiltà romana si ricollega anche nella forma ad antiche istituzioni appartenenti ancora ai tempi del patriziato.
      Coloro che erano stati supremi magistrati ordinari della repubblica non solo avevano sempre goduto, come ben si comprende, maggiori onori, ma non si tardò molto ad accordare loro anche certi privilegi d'onore.
      Il più antico era il privilegio concesso ai discendenti di questi magistrati di esporre sulle pareti della sala di famiglia, dove era dipinto l'albero genealogico, le maschere in cera dei loro antenati benemeriti, e di portare queste maschere nei trasporti funebri dei membri della famiglia.
      Per apprezzare l'importanza di questa distinzione è necessario osservare che il rispetto per le immagini, secondo il modo di vedere degli italo-greci, era considerato come cosa antirepubblicana, per cui la polizia romana non tollerava in nessun luogo l'esposizione d'immagini di viventi e sorvegliava severamente quella delle immagini dei trapassati.
      A questa concessione si aggiunsero parecchie distinzioni esteriori, riservate ai supremi magistrati ed ai loro discendenti per legge o per uso: la striscia porporina sulla tunica e l'anello d'oro per gli uomini; i finimenti del cavallo guarniti in argento pei giovani; la guarnitura di porpora per la toga e la capsula d'oro per l'amuleto dei ragazzi(18); inezie se si vuole, ma ciò non ostante importanti in una repubblica nella quale era osservata l'eguaglianza dei cittadini anche nell'aspetto esteriore e nella quale, sino dai tempi della guerra annibalica, si arrestava un cittadino e lo si teneva lungamente in prigione perchè si era presentato in pubblico con una ghirlanda di rose sul capo senza averne ottenuto il permesso(19).


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Storia di Roma
4. Dalla sottomissione di Cartagine a quella della Grecia
di Theodor Mommsen
Stampa Aequa Roma
1938 pagine 343

   





Germi