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      3. Nobiltā patrizio-plebea. Simili distinzioni saranno probabilmente esistite fino dai tempi in cui governavano i patrizi, e, finchč nel patriziato si distinguevano ancora le famiglie di alta e di bassa nobiltā, avranno servito come segno distintivo delle prime.
      Esse ottennero un'importanza politica soltanto col cambiamento della costituzione dell'anno 387=367, per cui alle famiglie patrizie, che allora giā tutte possedevano immagini d'antenati, s'aggiunsero, col medesimo privilegio, le famiglie plebee che pervenivano al consolato. Allora fu inoltre stabilito, che non apparterrebbero al novero delle cariche comunali, cui andavano uniti gli accennati diritti onorifici ereditari, nč le cariche inferiori, nč le straordinarie, nč il tribunato della plebe, ma soltanto il consolato, la pretura pareggiata al consolato e l'edilitā curule, come quella che partecipava alla comune amministrazione della giustizia e per conseguenza all'esercizio del potere sovrano dello stato(20).
      Sebbene questa nobiltā plebea, nello stretto senso della parola, si sia potuta formare soltanto dal momento in cui le cariche curuli divennero accessibili ai plebei, essa si manifesta in breve tempo, per non dire di colpo, quasi compatta, senza dubbio per il fatto che i germi di una simile nobiltā esistevano da lunghissimo tempo nelle antiche famiglie plebee senatorie.
      Gli effetti quindi delle leggi licinie corrispondono, quanto alla cosa, a ciō che noi ora chiamiamo un'infornata di pari.
      Dal momento in cui le famiglie plebee nobilitate dai loro antenati curuli si strinsero in un corpo con le famiglie patrizie, ed acquistarono una distinta posizione ed un ragguardevole potere nella repubblica, i Romani furono di nuovo al punto di partenza; non solo vi fu di nuovo un'aristocrazia al potere ed una nobiltā ereditaria - ne l'una nč l'altra erano mai scomparse - ma una nobiltā ereditaria dominante, e le ostilitā fra le famiglie che occupavano le alte cariche e la borghesia che si ribellava contro di esse dovevano ricominciare, e il momento non era ormai lontano.


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Storia di Roma
4. Dalla sottomissione di Cartagine a quella della Grecia
di Theodor Mommsen
Stampa Aequa Roma
1938 pagine 343

   





Nobiltā Romani