Pagina (111/343)

   

pagina


Pagina_Precedente  Pagina_Successiva  Indice  Copertina 

     
      Lo stato generale finanziario si manifesta con molta evidenza nella condizione in cui si trovavano le pubbliche costruzioni, e nel denaro contante del pubblico tesoro.
      Noi sappiamo che in tempi di pace s'impiegava un quinto della rendita per le pubbliche costruzioni, in tempo di guerra un decimo, ciò che, in considerazione delle circostanze, non pare fosse una somma molto ragguardevole. Questo denaro e quello delle multe inflitte, che non si versava direttamente nel pubblico tesoro, serviva per la manutenzione del lastricato delle vie della capitale e dei suoi dintorni, per lastricare le strade principali d'Italia(24), e per l'erezione di pubblici edifici.
      Fra le opere che si eseguirono in quei tempi nella capitale, la più ragguardevole fu certamente la grande riparazione e l'estensione della rete delle cloache data a cottimo circa l'anno 570=184, per cui in una sola volta fu assegnata la somma di 24 milioni di sesterzi (L. 6.290.000); a questa costruzione appartengono, probabilmente, gli avanzi delle cloache che tutt'ora esistono.
      Ma secondo tutte le apparenze, anche astrazione fatta dai difficili tempi di guerra, questo periodo, rispetto alle pubbliche costruzioni, fu inferiore alla seconda parte del precedente.
      Nel tempo che corse tra l'anno 482 ed il 607=272-147 non fu costruito in Roma nessun nuovo acquedotto. Il tesoro dello stato andava certamente sempre più prosperando: l'ultimo fondo di riserva nel 545=209 quando fu necessario adoperarlo, ammontava a sole L. 4.290.000, mentre poco prima della fine di questo periodo (597=157) si trovava nel tesoro un avanzo di poco meno di L. 22.500.000 in metalli nobili.


Pagina_Precedente  Pagina_Successiva  Indice  Copertina 

   

Storia di Roma
4. Dalla sottomissione di Cartagine a quella della Grecia
di Theodor Mommsen
Stampa Aequa Roma
1938 pagine 343

   





Italia Roma