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      Un profondo malumore si diffuse in tutta la federazione italica e solo il timore ne impedė la manifestazione.
      La proposta fatta in senato, dopo la giornata di Canne, di accordare la cittadinanza romana e un seggio in senato a due uomini di ogni comune latino, fu, col pretesto del momento inopportuno, respinta, e con ragione; ma essa prova l'inquietudine colla quale, sino da allora, si consideravano nella capitale i rapporti tra il Lazio e Roma.
      Se a quel tempo un secondo Annibale avesse portato la guerra in Italia, si poteva porre in dubbio che egli dovesse incontrare ancora la ferma resistenza del nome latino contro il dominio straniero.
      13. Le province. Ma la pių importante istituzione introdotta in quest'epoca nella repubblica romana, e ad un tempo stesso quella che si scostava nel modo pių deciso e pių fatale dalla via seguita fino allora, fu l'istituzione di nuovi governi provinciali.
      L'antico ius pubblico dei Romani non conosceva sudditi tributari; i cittadini debellati erano venduti in schiavitų, o erano tenuti come schiavi della repubblica, o venivano ammessi a formar parte di una lega, che loro assicurasse almeno l'indipendenza comunale e l'esenzione dalle imposte.
      Ma i possedimenti cartaginesi in Sicilia, in Sardegna e in Spagna, e cosė pure il regno di Gerone avevano pagato le imposte ai loro anteriori padroni; se Roma intendeva di farli suoi, la misura pių ragionevole, e senza dubbio la pių comoda, secondo il parere dei pių avveduti uomini politici, era quella di continuare ad amministrare i nuovi territori assolutamente come erano stati amministrati sino allora.


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Storia di Roma
4. Dalla sottomissione di Cartagine a quella della Grecia
di Theodor Mommsen
Stampa Aequa Roma
1938 pagine 343

   





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