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      Ma per simili elezioni e per simili decisioni occorreva uno stimolo speciale; le masse in generale, non avendo una volontà propria, seguivano il primo impulso; il caso o il nonsenso decidevano.
      29. Disorganizzazione del governo. Nello stato, come in ogni organismo, l'organo che più non funziona, diviene anche dannoso; così la nullità delle assemblee del popolo conteneva in sè un pericolo non lieve.
      Ogni minoranza del senato poteva, a norma dello statuto, appellarsi ai comizi contro la maggioranza.
      Ogni singolo individuo che possedesse la facile arte di predicare agli ignoranti, o che sapesse spargere danaro, trovava la via per farsi una posizione, o per procacciarsi un decreto, cui magistrati e governo erano formalmente tenuti a prestare ubbidienza.
      Così venivano eletti quei generali demagoghi, abituati ad abbozzare piani di battaglia sui tavoli delle osterie, che, nell'innato loro genio strategico, solevano guardare con aria di compassione il servizio delle truppe regolari; da ciò quegli ufficiali di stato maggiore, che dovevano il loro grado alle sollecitazioni della capitale, e che, quando gli affari si facevano seri, dovevano venire licenziati in massa: e a queste circostanze si deve attribuire l'esito delle battaglie del lago Trasimeno e presso Canne, e lo scandaloso modo di guerreggiare contro Perseo.
      Ad ogni passo il governo vedeva attraversati e paralizzati i suoi ordini dagli incalcolabili plebisciti che non poteva prevenire, e, com'è facile comprendere, appunto quegli ordini che esso era in tutto il suo diritto di emanare.


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Storia di Roma
4. Dalla sottomissione di Cartagine a quella della Grecia
di Theodor Mommsen
Stampa Aequa Roma
1938 pagine 343

   





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