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      Catone assegna una coppia di buoi per ogni tenuta di 100 iugeri, tre coppie per una tenuta di 240 iugeri; un pił recente economista rurale, Saserna, fissa due coppie di buoi per una tenuta di 200 iugeri; secondo Catone si tenevano tre asini nei poderi pił piccoli, quattro nei pił grandi.
      3. Schiavi contadini. I lavori manuali eran fatti comunemente dagli schiavi. Alla testa della classe degli schiavi contadini (familia rustica) si trovava il castaldo (villicus da villa), il quale riceveva e spendeva, comprava e vendeva, prendeva gli ordini dal padrone, nella cui assenza comandava e puniva.
      Da lui dipendeva la fattoressa (villica), la quale accudiva alla casa, alla cucina ed alla dispensa, al pollaio ed alla colombaia; ed un gran numero di bifolchi (bubulci) e di servi comuni, un asinaro, un porcaro e, quando vi era un gregge, un pecoraio.
      Il numero variava naturalmente secondo il metodo con cui si procedeva nell'economia. In un podere di 200 iugeri senza piantagioni arboree si calcolavano due bifolchi e sei servi, in un podere di 240 iugeri con piantagioni di olivi e con un gregge tre bifolchi, cinque servi e tre pastori.
      Per la coltivazione della vite occorrevano, naturalmente, maggiori forze; per un fondo vitato di 100 iugeri occorrevano un bifolco ed undici servi e due pastori. Il castaldo era, come ben naturale, pił libero degli altri servi. I libri di Magone sull'agricoltura consigliavano di dargli moglie, di allevarne i figli e di assegnargli una propria sostanza, e Catone consiglia di ammogliarlo colla fattoressa; egli solo poteva avere anche la prospettiva di ottenere dal padrone la libertą quando la sua condotta fosse stata senza macchia.


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Storia di Roma
4. Dalla sottomissione di Cartagine a quella della Grecia
di Theodor Mommsen
Stampa Aequa Roma
1938 pagine 343

   





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