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      12. Austerità di costumi. Il quadro pervenutoci della vita privata di Catone il vecchio ci dà un'idea di quella dei Romani coi principî della più stimata borghesia di quel tempo. Per quanto Catone fosse valente uomo di stato, attivo amministratore, scrittore e speculatore, la vita domestica formava però sempre l'oggetto principale della sua esistenza; la sua massima era: meglio un buon marito che un grande senatore.
      La sua disciplina domestica era severa. I servi non potevano abbandonare la casa senza un ordine, nè chiacchierare cogli estranei sulle faccende domestiche. Non s'infliggevano alla leggera le pene maggiori, ma si pronunciavano e si eseguivano le sentenze in seguito ad una specie di procedura giudiziaria.
      Con quale severità vi si procedesse, lo si può dedurre dal fatto che uno dei suoi schiavi, per aver conchiuso un contratto d'acquisto senza il permesso del padrone, si appiccò quando questi ne ebbe conoscenza.
      Per le mancanze leggere, come erano, per esempio, gli errori commessi nel servire a tavola, il consolare soleva somministrare al colpevole dopo tavola, di propria mano, con una correggia i colpi meritati.
      Non meno severo egli era con la moglie e coi figli, ma in modo diverso, poichè dichiarava cosa deplorevole porre le mani addosso alla moglie ed ai figli adulti come faceva cogli schiavi.
      Circa la scelta della moglie, egli biasimava i matrimoni contratti per interesse, e raccomandava agli uomini di preferire una buona nascita; ma egli stesso, già vecchio, condusse in moglie la figlia di un suo cliente povero.


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Storia di Roma
4. Dalla sottomissione di Cartagine a quella della Grecia
di Theodor Mommsen
Stampa Aequa Roma
1938 pagine 343

   





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