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      A queste sono da aggiungersi le frequenti ripetizioni di dette feste, nelle quali, forse, lo scopo religioso entrava spesso come pretesto, e così le continue feste popolari straordinarie; fra cui sono da annoverarsi i già accennati banchetti degli dei, le feste in occasione di trionfi e di funerali, e particolarmente quelle celebrate per la prima volta l'anno 505=249, i cosiddetti ludi secolari.
      Si moltiplicavano, contemporaneamente, le feste domestiche. Durante la seconda guerra punica s'introdussero nelle famiglie nobili i già accennati banchetti dell'anniversario dell'ingresso della «madre degli dei» (dall'anno 550=204 in poi); nelle basse classi degli abitanti i saturnali (dall'anno 537=217 in poi), entrambe sotto l'influenza delle due autorità da quel tempo strettamente congiunte: il sacerdote straniero e il cuoco straniero.
      Le cose erano arrivate al punto che ogni sfaccendato sapeva dove perdere il suo tempo, e ciò in una repubblica, dove in altri tempi l'attività era stata per ognuno e per tutti lo scopo dell'esistenza e dove l'ozio era stato bandito dai costumi e dalla legge! In mezzo a queste feste andavano sempre più prevalendo gli elementi cattivi e demoralizzanti.
      Le corse delle bighe formavano ancora, come un tempo, l'attrattiva principale delle feste popolari e un poeta di questo tempo descrive con molta verità la tensione con la quale gli occhi della moltitudine pendevano dal console quando egli si disponeva a dare il segnale della partenza dei carri.
      Senonchè, i divertimenti, che si erano dati fino allora, più non bastavano; se ne chiedevano altri, nuovi e più variati.


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Storia di Roma
4. Dalla sottomissione di Cartagine a quella della Grecia
di Theodor Mommsen
Stampa Aequa Roma
1938 pagine 343