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      Il suo merito letterario emerse dal doppio suo impiego.
      In qualità di maestro di scuola egli tradusse in latino l'Odissea per servirsene nel suo insegnamento della lingua latina, appunto come si serviva del testo greco per l'insegnamento della lingua greca; e questo, che è il più antico libro scolastico romano, tenne per parecchi secoli il primo posto nell'istruzione.
      Come attore non solo scriveva per proprio uso i testi, come gli altri, ma li diffondeva anche, sia leggendoli pubblicamente sia copiandoli.
      La cosa più importante ch'egli fece fu di sostituire il dramma greco alla antica poesia scenica, che era essenzialmente lirica.
      Nel 514=240, un anno dopo la fine della prima guerra punica, fu rappresentato il primo dramma sulla scena romana.
      Questa creazione di un'epopea, d'una tragedia, d'una commedia in lingua romana, e per opera d'un uomo più romano che greco, fu storicamente un avvenimento; ma noi non possiamo portare un giudizio sul pregio artistico di questi lavori. Essi non hanno alcuna pretesa d'originalità e considerati, poi, come una traduzione, sono un barbarismo ch'è tanto più spiacevole, in quanto questa poesia non spiega schiettamente la propria semplicità ma si sforza di imitare pedissequamente l'alta cultura artistica del popolo vicino.
      Le grandi deviazioni dall'originale non sono dovute alla libertà dell'interpretazione, ma alla durezza dell'interpretazione; lo stile è ora scipito ora ampolloso, la lingua aspra bizzarra(57).
      Non si ha difficoltà a credere, come assicurano gli antichi critici d'arte che, eccetto i lettori obbligati nelle scuole, nessuno abbia letto una seconda volta le poesie di Livio Andronico.


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Storia di Roma
4. Dalla sottomissione di Cartagine a quella della Grecia
di Theodor Mommsen
Stampa Aequa Roma
1938 pagine 343

   





Odissea Livio Andronico